Campi chirurgici
Chirurgia della base cranica
Via infratemporale tipo A
L’approccio infratemporale di tipo A consente un accesso sicuro all’osso temporale infralabirintico, apice petroso, fossa mandibolare e fossa infratemporale posteriore. Esso è un approccio combinato craniotemporale-cervicale e richiede una trasposizione anteriore
del nervo facciale.
Indicazioni
▪ Paragangliomi di tipo C
▪ Colesteatomi estesi al condotto uditivo interno e all’apice petroso
▪ Neurinomi dei nervi misti estesi al forame giugulare
▪ Aneurismi della carotide interna
Indicazioni
▪ Paragangliomi di tipo C
▪ Colesteatomi estesi al condotto uditivo interno e all’apice petroso
▪ Neurinomi dei nervi misti estesi al forame giugulare
▪ Aneurismi della carotide interna

Descrizione
L’approccio prevede una dissezione della base cranica laterale sia a livello del collo (fase transcervicale) che a livello dell’osso temporale (fase transtemporale), mediante una incisione retroauricolare estesa al collo vengono isolati i grossi vasi del collo alla base del cranio (giugulare interna, carotide interna ed esterna) e i nervi cranici che passano dalla base del cranio per portarsi al collo (il IX, X XI e XII nervo cranico), viene inoltre identificato il nervo facciale a livello del suo tronco principale all’uscita del forame stilomastoideo nella parotide. Attraverso l’osso temporale eseguendo una mastoidectomia allargata, con rimozione della parete posteriore del condotto uditivo esterno e asportazione della membrana timpanica e degli elementi ossiculari, si esegue la identificazione e scheletrizzazione del nervo facciale intrapetroso dal ganglio genicolato sino alla sua fuoriuscita dal forame stilomastoideo, viene inoltre isolato il golfo della giugulare rimuovendo la punta mastoidea. La tecnica prevede la legatura della vena giugulare al collo e previa chiusura del seno sigmoide e lo spostamento del nervo facciale anteriore che viene protetto da un ponte ghiandolare a livello parotideo, questa procedura permette un ampio accesso al forame giugulare sede del tumore e pertanto la rimozione della lesione stessa.
E’ da considerare nella scelta del trattamento che una lesione dei nervi misti (IX,X,XI) è del tutto probabile durante l’intervento chirurgico in quanto il tessuto tumorale può coinvolgerne le guaine nervose, tale deficit nervoso può comportare delle difficoltà alla deglutizione con possibili ab ingestis associate ad abbassamento della voce nel postoperatorio, inoltre è da considerare la presenza di una paralisi del nervo facciale nel postoperatorio che nella maggioranza dei casi può essere di grado moderato-lieve e/o transitorio.
In alcuni casi , in base alla sede del tumore e alle caratteristiche dello stesso il nervo facciale può essere lasciato in sede o spostato solo parzialmente, questo determina un minor trauma sul nervo facciale e di conseguenza minimizza il deficit a carico del nervo nel postoperatorio.
Per maggiori informazioni, contattaci
LE ATTIVITA’ NEL DETTAGLIO
Altri interventi chirurgici e patologie trattate
Granulomi colesterinici apice rocca
Il granuloma colesterinico è rappresentato da una cisti benigna che può originare a livello dell’apice della rocca petrosa. Tali neoformazioni possono espandersi e contenere liquido, tessuto adiposo o cristalli di colesterolo. Pur essendo benigni, si localizza in una regione delicata per via del decorso di alcuni nervi cranici e per via della stretta contiguità dell’orecchio.
I cristalli di colesterolo sono prodotti secondari del sangue che tendono ad accumularsi e determinare quindi una risposta infiammatoria cronica granulomatosa a cui fa seguito la comparsa del granuloma colesterinico. I pazienti con infezioni croniche dell’orecchi medio possono essere più predisposti allo sviluppo di questa entità nosologica.
Tumori della parotide e delle ghiandole salivari maggiori
Le ghiandole salivari possono essere coinvolte da neoplasie sia benigne che maligne.
Tra i tumori benigni, il più frequente è rappresentato dall’adenoma pleomorfo (60-70% dei casi). Ha un picco di incidenza tra i 40 ed i 60 anni, ed è più frequente nelle donne con un’incidenza 3–4 volte superiore rispetto all’uomo. L’adenoma pleomorfo origina nell’80% dei casi dal lobo superficiale della ghiandola parotide. Può interessare in una minoranza di casi anche le ghiandole salivari minori e le ghiandole lacrimali.
Il tumore di Warthin o cistoadenolinfoma rappresenta dal 6 al 10% dei tumori parotidei. Nel 10-20% dei casi è bilaterale, ma può anche essere multifocale. Colpisce più frequentemente la sesta e settima decade e vi è una leggera predominanza per il sesso maschile.
Per quanto riguarda i tumori maligni, più del 70% colpisce la ghiandola parotide e il 10-20% la ghiandola sottomandibolare, mentre sono rarissimi quelli che originano dalla ghiandola sottolinguale e dalle ghiandole salivari minori. Tra gli istotipi il più comune è il carcinoma mucoepidermoide, che interessa spesso la parotide. Il carcinoma adenoide cistico si presenta il più delle volte a livello della ghiandola sottomandibolare o delle ghiandole salivari minori.
Altri istotipi possibili sono l’adenocarcinoma, carcinomi a cellule squamose, carcinomi indifferenziati, carcinoma anaplastico a piccole cellule, sarcomi e linfomi (molto rari).
Da non dimenticare che il tumore maligno più frequentemente riscontrato a carico della parotide è la metastasi da tumore della cute del distretto cervico-facciale, tipico delle persone anziane.
Neurinoma del nervo acustico
Il neurinoma dell’acustico o schwannoma del vestibolare è un tumore benigno a sviluppo intracranico. L’origine del tumore è dalle cellule di Schwann del nervo vestibolo-cocleare, quindi dalle cellule di rivestimento dell’VIII nervo cranico, il quale è costituito da due componenti, quella cocleare (informazioni sensoriali uditive) e quella vestibolare (informazioni sensoriali dell’organo dell’equilibrio). Il nervo decorre all’interno del condotto uditivo interno (CUI), canale osseo che si colloca tra l’orecchio interno (contenuto nell’osso temporale) e l’angolo ponto-cerebellare (APC). Si trova in stretti rapporti con il nervo facciale (VII n.c.).
Si tratta di neoformazioni a lenta crescita e rappresentano l’8% di tutte le neoplasie intracraniche.
La classificazione dei neurinomi segue un criterio dimensionale (classificazione di Koos). In particolare, si distinguono:
– Tumori di dimensione inferiore a 1 cm localizzati all’interno del canale uditivo interno (Koos I)
– Tumori che si estendono al di fuori del canale uditivo interno (CUI) raggiungendo minimamente all’angolo pontocerebellare (Koos II)
– Tumori di dimensioni inferiori a 3 cm con espansione prevalente all’angolo pontocerebellare che raggiungono il tronco cerebrale (Koos III)
– Tumori di dimensioni maggiori ai 3 cm, che determinano compressione del tronco cerebrale (Koos IV)
Lembi peduncolari (lembo pettorale, lembo sovraclaveare,indiano..)
Alcuni interventi di oncologia maggiore e minore sono accompagnati da un tempo ricostruttivo che si basa sull’utilizzo di lembo peduncolati o liberi. I lembi sono tessuti comprendenti muscolo, fasce muscolari o cute e anche osso, tutti irrorati da uno specifico asse vascolare.
I lembi peduncolati sono quelli che mantengono un apporto vascolare dal sito di prelievo e che vengono ribaltati nelle regioni circostanti, mentre i lembi liberi sono quelli che vengono trasposti e poi innestati in un sito ricevente dopo aver eseguito un’anastomosi (unione) dei vasi sanguigni.