Campi chirurgici
Chirurgia Oncologica testa e collo
Scialoadenectomie (rimozione di ghiandole salivari maggiori)
Con il termine scialoadenectomia si intende la rimozione di una ghiandola salivare maggiore, solitamente ghiandola parotide (parotidectomia) o ghiandola sottomandibolare; più raramente può riguardare la ghiandola sottolinguale.
Parotidectomia parziale, totale con eventuale sacrificio del nervo facciale
Il trattamento della maggior parte delle neoplasie della ghiandola parotide, sia benigne che maligne, è chirurgico. A seconda dell’estensione e delle caratteristiche citologiche (FNAC) della neoformazione, possono essere seguiti differenti tipi di interventi, come di intervento enucleazione pericapsulare (ECD, non più in uso per l’elevato rischio di recidiva), una parotidectomia parziale esofacciale, una parotidectomia totale.
Essendo la ghiandola parotide attraversata nel suo contesto dal nervo facciale, e dividento la ghinadola stessa in lobo superficiale (esofacciale) e profondo, questa chirurgia può comportare un rischio di lesione di tale nervo, seppur molto raro (meno dell’1%), con successiva paresi dei muscoli dell’emivolto interessato. La sua lesione parziale può causare lievi deficit, la sua sezione completa può invece avere gravi ripercussioni sia estetiche che funzionali, come l’impossibilità di chiudere completamente l’occhio.
A Modena vi è la possibilità, in caso di deficit del nervo facciale, di essere seguiti presso l’Ambulatorio del nervo facciale, dal Facial nerve team, che monitorerà e riabilitare il paziente per ottenere il miglior recupero possibile. In caso di necessità vengono anche proposti interventi successivi di simmetrizzazione del volto (per approfondimento, vedere Diagnosi e trattamento delle paralisi del nervo facciale).
La parotidectomia parziale o esofacciale implica la rimozione della porzione di ghiandola “superficiale” al nervo facciale, che la divide in due, dalla porzione profonda. La principale indicazione sono i tumori benigni del lobo superficiale.
Si pratica un’incisione “a baionetta” davanti all’orecchio, sotto il lobo auricolare e lungo una piega del collo.
La degenza è solitamente di due giorni, il rischio di paralisi del nervo facciale è presente ma con bassa incidenza.
La parotidectomia totale prevede la rimozione di tutta la ghiandola parotidea compreso il lobo profondo, attraverso un’incisione fatta al davanti del padiglione auricolare e dietro l’angolo della mandibola. L’intervento viene svolto con il costante monitoraggio intraoperatorio della funzionalità del nervo (NIM).
Indicazioni
● Tumori benigni del lobo profondo (adenoma pleomorfo, tumore di Warthin, ecc.)
● Tumori maligni della parotide (carcinoma mucoepidermoide, carcinoma ex-adenoma pleomorfo, carcinoma adenocistico)
Il rischio di lesione del nervo è maggiore che nella parotidectomia esofacciale.
A volte, nei casi in cui si riscontra un’infiltrazione da parte della neoplasia del nervo facciale, questo’ultimo deve essere sacrificato.
In caso di patologia tumorale maligna può essere associato uno svuotamento linfonodale laterocervicale. Se, alla luce dello studio anatomopatologico di tali linfonodi, viene riscontrato un interessamento da parte della patologia si associa un trattamento radioterapico postoperatorio.
Parotidectomia parziale, totale con eventuale sacrificio del nervo facciale
Il trattamento della maggior parte delle neoplasie della ghiandola parotide, sia benigne che maligne, è chirurgico. A seconda dell’estensione e delle caratteristiche citologiche (FNAC) della neoformazione, possono essere seguiti differenti tipi di interventi, come di intervento enucleazione pericapsulare (ECD, non più in uso per l’elevato rischio di recidiva), una parotidectomia parziale esofacciale, una parotidectomia totale.
Essendo la ghiandola parotide attraversata nel suo contesto dal nervo facciale, e dividento la ghinadola stessa in lobo superficiale (esofacciale) e profondo, questa chirurgia può comportare un rischio di lesione di tale nervo, seppur molto raro (meno dell’1%), con successiva paresi dei muscoli dell’emivolto interessato. La sua lesione parziale può causare lievi deficit, la sua sezione completa può invece avere gravi ripercussioni sia estetiche che funzionali, come l’impossibilità di chiudere completamente l’occhio.
A Modena vi è la possibilità, in caso di deficit del nervo facciale, di essere seguiti presso l’Ambulatorio del nervo facciale, dal Facial nerve team, che monitorerà e riabilitare il paziente per ottenere il miglior recupero possibile. In caso di necessità vengono anche proposti interventi successivi di simmetrizzazione del volto (per approfondimento, vedere Diagnosi e trattamento delle paralisi del nervo facciale).
La parotidectomia parziale o esofacciale implica la rimozione della porzione di ghiandola “superficiale” al nervo facciale, che la divide in due, dalla porzione profonda. La principale indicazione sono i tumori benigni del lobo superficiale.
Si pratica un’incisione “a baionetta” davanti all’orecchio, sotto il lobo auricolare e lungo una piega del collo.
La degenza è solitamente di due giorni, il rischio di paralisi del nervo facciale è presente ma con bassa incidenza.
La parotidectomia totale prevede la rimozione di tutta la ghiandola parotidea compreso il lobo profondo, attraverso un’incisione fatta al davanti del padiglione auricolare e dietro l’angolo della mandibola. L’intervento viene svolto con il costante monitoraggio intraoperatorio della funzionalità del nervo (NIM).
Indicazioni
● Tumori benigni del lobo profondo (adenoma pleomorfo, tumore di Warthin, ecc.)
● Tumori maligni della parotide (carcinoma mucoepidermoide, carcinoma ex-adenoma pleomorfo, carcinoma adenocistico)
Il rischio di lesione del nervo è maggiore che nella parotidectomia esofacciale.
A volte, nei casi in cui si riscontra un’infiltrazione da parte della neoplasia del nervo facciale, questo’ultimo deve essere sacrificato.
In caso di patologia tumorale maligna può essere associato uno svuotamento linfonodale laterocervicale. Se, alla luce dello studio anatomopatologico di tali linfonodi, viene riscontrato un interessamento da parte della patologia si associa un trattamento radioterapico postoperatorio.

Exeresi della ghiandola sottomandibolare
Nella rimozione della ghiandola salivare sottomandibolare viene sempre rimossa la ghiandola in toto; si esegue in caso di tumori maligni o benigni della ghiandola o in caso di patologia flogistica cronica (calcolosi, infezioni).
Tale asportazione avviene tramite una incisione al di sotto della mandibola, di circa 4 cm.
In questo intervento vi è il rischio di lesione del nervo marginalis mandibulae del nervo facciale che muove l’angolo della bocca, del nervo ipoglosso e/o del nervo linguale, che rispettivamente muove e veicola la sensibilità di metà corpo linguale.
Tali deficit sono rari e solitamente temporanei, salvo in caso di tumore maligno della ghiandola che ha infiltrato la struttura nervosa. In tal caso i può essere necessario il sacrificio del/dei nervi.
La degenza è di due giorni.
In caso di patologia tumorale maligna può essere associato uno svuotamento linfonodale laterocervicale. Se, alla luce dello studio anatomopatologico di tali linfonodi, viene riscontrato un interessamento da parte della patologia si associa un trattamento radioterapico postoperatorio.
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LE ATTIVITA’ NEL DETTAGLIO
Altri interventi chirurgici e patologie trattate
Tumori degli spazi parafaringei
FESS, resezioni nasali endoscopiche
Le neoplasie delle cavità nasali e dei seni paranasali sono per la maggior parte trattate per via endoscopica e più raramente per via esterna, con la cosiddetta FESS “functional endoscopic sinus surgery”, chirurgia funzionale dei seni paranasali.
Tale interventi comprendono l’approccio a tutti i diversi seni, mascellare, etmoidale, sfenoidale, frontale (Draf I-II-III).
Di seguito, in particolare, troviamo gli interventi demolitivi oncologici del mascellare, chiamati Maxillectomie.
Meningioma della doccia olfattoria e del planum sfenoidale
Il meningioma è rappresentato da un tumore benigno ad origine dalle meningi. Sono caratterizzate da una crescita lenta, silente, ma possono raggiungere anche dimensioni notevoli. L’origine di questi tumori è qualsiasi in cui siano presenti meningi, e costituiscono il 15-20% dei tumori intracranici.
Nel caso del meningioma della doccia olfattoria, esso si accresce lungo i rami nervosi del bulbo olfattorio, che attraversano la lamina cribra e si portano dalla regione intracranica alla fossa nasale.
Se originano in sede leggermente più posteriore, costituiscono un’altra varietà di meningioma, con le medesime caratteristiche, che è quella del planum sfenoidale.
Tumori della parotide e delle ghiandole salivari maggiori
Le ghiandole salivari possono essere coinvolte da neoplasie sia benigne che maligne.
Tra i tumori benigni, il più frequente è rappresentato dall’adenoma pleomorfo (60-70% dei casi). Ha un picco di incidenza tra i 40 ed i 60 anni, ed è più frequente nelle donne con un’incidenza 3–4 volte superiore rispetto all’uomo. L’adenoma pleomorfo origina nell’80% dei casi dal lobo superficiale della ghiandola parotide. Può interessare in una minoranza di casi anche le ghiandole salivari minori e le ghiandole lacrimali.
Il tumore di Warthin o cistoadenolinfoma rappresenta dal 6 al 10% dei tumori parotidei. Nel 10-20% dei casi è bilaterale, ma può anche essere multifocale. Colpisce più frequentemente la sesta e settima decade e vi è una leggera predominanza per il sesso maschile.
Per quanto riguarda i tumori maligni, più del 70% colpisce la ghiandola parotide e il 10-20% la ghiandola sottomandibolare, mentre sono rarissimi quelli che originano dalla ghiandola sottolinguale e dalle ghiandole salivari minori. Tra gli istotipi il più comune è il carcinoma mucoepidermoide, che interessa spesso la parotide. Il carcinoma adenoide cistico si presenta il più delle volte a livello della ghiandola sottomandibolare o delle ghiandole salivari minori.
Altri istotipi possibili sono l’adenocarcinoma, carcinomi a cellule squamose, carcinomi indifferenziati, carcinoma anaplastico a piccole cellule, sarcomi e linfomi (molto rari).
Da non dimenticare che il tumore maligno più frequentemente riscontrato a carico della parotide è la metastasi da tumore della cute del distretto cervico-facciale, tipico delle persone anziane.