Campi chirurgici
Chirurgia laringo tracheale
Stenosi tracheali
La stenosi tracheale consiste in un restringimento progressivo del lume tracheale dovuto alla formazione di tessuto cicatriziale. Esse possono essere congenite o acquisite. Le prime fanno seguito a patologie malformative intraluminali, tracheomalacia, assenza di anelli tracheali o compressione estrinseca. Tra le forme acquisite invece si distinguono cause intrinseche, determinate da processi flogistici e traumatici, quali procedure di tracheotomia o di intubazione oro-tracheale prolungata, traumi da schiacciamento, inalazione di caustici oppure neoplasie; sono possibili anche cause estrinseche, con meccanismo di compressione, come in caso di gozzi tiroidei, adenopatie laterocervicali, neoformazioni a carico di mediastino o neoplasie infiltranti. Patologie che possono manifestarsi con quadri di stenosi tracheale sono anche alcune malattie autoimmunitarie, quali la granulomatosi di Wegener, la malattia da IgG4, la sarcoidosi. In tutti quei casi in cui non è possibile definire la causa scatenante, si parla di stenosi idiopatica.
Quadro clinico e diagnosi
La sintomatologia è caratterizzata in maniera prevalente da una difficoltà respiratoria (dispnea) progressiva, dapprima a seguito di sforzi fisici e successivamente anche a riposo. L’abbassamento della voce (disfonia) può realizzarsi quando il restringimento è tale da ridurre il flusso d’aria che mette in vibrazione le corde vocali. In alcuni casi i pazienti possono lamentare difficoltà nell’alimentazione (disfagia), come avviene nei processi neoplastici con estrinsecazione posteriore e invasione dell’esofago.
La diagnosi delle patologie della trachea è clinica (dispnea inspiratoria) e strumentale, avvalendosi delle moderne metodiche di imaging (TC collo-torace) e della fibroscopia con fibre ottiche flessibili. In base al grado di ostruzione, le stenosi vengono classificate in 4 gradi secondo la classificazione di Cotton-Mayer, passando dal primo grado in caso di ostruzione < 50%, al grado II con valori tra 51-70%, poi 71-99% e infine il grado IV con un lume non visualizzabile ed ostruzione completa.
Quadro clinico e diagnosi
La sintomatologia è caratterizzata in maniera prevalente da una difficoltà respiratoria (dispnea) progressiva, dapprima a seguito di sforzi fisici e successivamente anche a riposo. L’abbassamento della voce (disfonia) può realizzarsi quando il restringimento è tale da ridurre il flusso d’aria che mette in vibrazione le corde vocali. In alcuni casi i pazienti possono lamentare difficoltà nell’alimentazione (disfagia), come avviene nei processi neoplastici con estrinsecazione posteriore e invasione dell’esofago.
La diagnosi delle patologie della trachea è clinica (dispnea inspiratoria) e strumentale, avvalendosi delle moderne metodiche di imaging (TC collo-torace) e della fibroscopia con fibre ottiche flessibili. In base al grado di ostruzione, le stenosi vengono classificate in 4 gradi secondo la classificazione di Cotton-Mayer, passando dal primo grado in caso di ostruzione < 50%, al grado II con valori tra 51-70%, poi 71-99% e infine il grado IV con un lume non visualizzabile ed ostruzione completa.
Terapie chirurgiche e mediche
La stenosi tracheale può essere trattata in maniera poco invasiva mediante trattamenti endoscopici come la dilatazione con Balloon o il posizionamento di stent, riservando la chirurgia di ricostruzione principalmente per le forme recidivanti con tecnica PCTR. La stenosi acuta richiede invece l’esecuzione di tracheotomia d’urgenza per mettere in sicurezza le vie respiratorie.
Nella nostra clinica, grazie alla collaborazione tra colleghi broncoscopisti e otorinolaringoiatri, è stato istituito il cosiddetto Tracheal Team, che garantisce un approccio multidisciplinare alle patologie tracheali e di conseguenza la migliore gestione del paziente.
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LE ATTIVITA’ NEL DETTAGLIO
Altri interventi chirurgici e patologie trattate
Tumori degli spazi parafaringei
Lembi peduncolari (lembo pettorale, lembo sovraclaveare,indiano..)
Alcuni interventi di oncologia maggiore e minore sono accompagnati da un tempo ricostruttivo che si basa sull’utilizzo di lembo peduncolati o liberi. I lembi sono tessuti comprendenti muscolo, fasce muscolari o cute e anche osso, tutti irrorati da uno specifico asse vascolare.
I lembi peduncolati sono quelli che mantengono un apporto vascolare dal sito di prelievo e che vengono ribaltati nelle regioni circostanti, mentre i lembi liberi sono quelli che vengono trasposti e poi innestati in un sito ricevente dopo aver eseguito un’anastomosi (unione) dei vasi sanguigni.
Fistole rinoliquorali
Una fistola rinoliquorale è rappresentata da un’anomala soluzione di continuo tra lo spazio subaracnoideo cerebrale e la cavità nasale, che si manifesta con rinoliquorrea, cioè il gocciolamento nasale continuo di liquido limpido, definito “ad acqua di roccia”, solitamente da una sola narice, ovvero monolaterale.
I pazienti che presentano queste fistole sono esposti a rischio di meningiti recidivanti, dal momento che microorganismi infettivi possono passare dalla cavità nasale agli spazi endocranici.
Le principali cause di fistole rinoliquorali sono:
– Traumatiche
– Iatrogene, post-interventi chirurgici a livello del basicranio anteriore
– Spontanea, per conformazione o per uno stato di ipertensione endocranica cronica
Le regioni maggiormente colpite sono i punti di minor resistenza della base cranica anteriore, in particolare lamina cribra dell’etmoide, tetto dell’etmoide, pavimento della sella turcica, seno sfenoidale.
Resezione del temporale (laterale, subtotale o totale)
Le resezione dell’osso temporale sono utilizzate per la rimozione di tumori a partenza dalla cute del condotto uditivo esterno, del padiglione auricolare, la cute periauricolare o dalla parotide. Si realizza un’incisione della cute che varia in base alla localizzazione del tumore e si esegue una mastoidectomia estesa anteriormente all’articolazione temporo-mandibolare con rimozione dell’osso lateralmente all’epitimpano e all’ipotimpano.