Campi chirurgici
Chirurgia della Base Cranica
Craniofaringioma
I craniofaringiomi sono tumori congeniti di natura benigna, a lenta crescita, ad origine dai residui epiteliali del dotto craniofaringeo o della tasca di Rathke; talvolta anche dallametaplasia dei residui delle cellule epiteliali squamose di parti dello stomodeo (contribuiscealla formazione della mucosa orale).
Si localizzano a livello della regione sellare e parasellare del sistema nervoso centrale, in stretti rapporti con il chiasma ottico.
Si manifestano con due picchi, uno in età pediatrica tra i 6 e i 16 anni, l’altro in età adulta trai 50 e i 70 anni.
Cilinica e iter diagnostico
I pazienti riferiscono cefalea e disturbi visivi derivanti rispettivamente dalla ipertensioneendocranica e dalla compressione del chiasma ottico che la neoplasia esercita. In base alla crescita del tumore possono manifestarsi sintomi legati alla compromissione di altri nervi
cranici, quali nervi oculomotori con comparsa di diplopia (visione doppia), nevralgie trigeminali e disturbi olfattivi. Altri disturbi riguardano la sfera endocrinologica, quali ritardo nella crescita o ritardo della pubertà.
La diagnosi viene posta mediante esami strumentali quali RM encefalo.
Cilinica e iter diagnostico
I pazienti riferiscono cefalea e disturbi visivi derivanti rispettivamente dalla ipertensioneendocranica e dalla compressione del chiasma ottico che la neoplasia esercita. In base alla crescita del tumore possono manifestarsi sintomi legati alla compromissione di altri nervi
cranici, quali nervi oculomotori con comparsa di diplopia (visione doppia), nevralgie trigeminali e disturbi olfattivi. Altri disturbi riguardano la sfera endocrinologica, quali ritardo nella crescita o ritardo della pubertà.
La diagnosi viene posta mediante esami strumentali quali RM encefalo.

Trattamento
Il trattamento è per lo più chirurgico con finalità radicale, quando possibile. L’approccio sfruttato è soprattutto quello endoscopico transnasale transfenoidale, transtuberculum sovrasellare che permette il raggiungimento della neoplasia sfruttando la cavità nasale, come corridoio chirurgico, rappresentando dunque un approccio mininvasivo.
La radicalità chirurgica può essere ottenuta se non vi è interessamento dell’ipotalamo: in caso contrario è necessario una resezione subtotale seguita da radioterapia post-operatoria.
Considerando la vicinanza con la ghiandola ipofisi, una potenziale complicanza è rappresentata da disturbi endocrinologici che nel postoperatorio possono necessitare di terapia sostitutiva.
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LE ATTIVITA’ NEL DETTAGLIO
Altri interventi chirurgici e patologie trattate
Trattamento delle fistole rinoliquorali
Il trattamento delle fistole rinoliquorali è di tipo chirurgico endoscopico.
Granulomi colesterinici apice rocca
Il granuloma colesterinico è rappresentato da una cisti benigna che può originare a livello dell’apice della rocca petrosa. Tali neoformazioni possono espandersi e contenere liquido, tessuto adiposo o cristalli di colesterolo. Pur essendo benigni, si localizza in una regione delicata per via del decorso di alcuni nervi cranici e per via della stretta contiguità dell’orecchio.
I cristalli di colesterolo sono prodotti secondari del sangue che tendono ad accumularsi e determinare quindi una risposta infiammatoria cronica granulomatosa a cui fa seguito la comparsa del granuloma colesterinico. I pazienti con infezioni croniche dell’orecchi medio possono essere più predisposti allo sviluppo di questa entità nosologica.
Via translabirintica
Questa via di approccio chirurgico permette l’esposizione del condotto uditivo interno e dell’angolopontocerebellare mediante la rimozione dell’osso mastoideo e del blocco labirintico. Mediante questa via chirurgica l’orecchio interno viene sacrificato (vestibolo e canali semicircolari), per garantire un ampio accesso al condotto uditivo interno e all’angolo ponto- cerebellare. I vantaggi dell’approccio translabirintico sono costituiti da un accesso diretto all’area dell’angolo ponto cerebellare con minima necessità di manipolazione e retrazione cerebellare, e dalla possibilità di controllare efficacemente il condotto uditivo interno ed in particolare il nervo facciale preservandolo dal rischio di paralisi iatrogene.
Exeresi di neoformazioni tumorali dell’orofaringe
Le neoplasie dell’orofaringe possono essere approcciate in diversa maniera in base all’estensione e alla sede della malattia. Si possono pertanto distinguere:
– Tonsillectomie allargate
– Exeresi del palato molle
– Exeresi del baselingua per via endorale TORS (TransOral Robotic Surgery)
– Exeresi sub-ioidea del baselingua
L’intervento può essere associato all’esecuzione di uno svuotamento linfonodale laterocervicale mono o bilaterale e dalla realizzazione di una tracheotomia di sicurezza per il mantenimento delle vie aeree. A seconda dell’estensione della malattia sarà necessario la ricostruzione del difetto anatomico con l’utilizzo di lembi peduncolati.