Campi chirurgici
Chirurgia Oncologica testa e collo
FESS, resezioni nasali endoscopiche
Le neoplasie delle cavità nasali e dei seni paranasali sono per la maggior parte trattate per via endoscopica e più raramente per via esterna, con la cosiddetta FESS “functional endoscopic sinus surgery”, chirurgia funzionale dei seni paranasali.
Tale interventi comprendono l’approccio a tutti i diversi seni, mascellare, etmoidale, sfenoidale, frontale (Draf I-II-III).
Di seguito, in particolare, troviamo gli interventi demolitivi oncologici del mascellare, chiamati Maxillectomie.
Maxillectomia mediale di Tipo 1
questo tipo di approccio è applicato per lesioni coinvolgenti il forame pterigo-palatino, il canale pterigoideo, il seno mascellare senza estensione del tumore alla parete anteriore o antero-laterale e alla porzione più mediale della fossa pterigopalatina. Vengono sezionati i 2/3 posteriori del turbinato inferiore con conservazione della sua porzione anteriore. È così mantenuta l’integrità della valvola di Hassner e del dotto lacrimale.
Maxillectomia mediale di Tipo 1
questo tipo di approccio è applicato per lesioni coinvolgenti il forame pterigo-palatino, il canale pterigoideo, il seno mascellare senza estensione del tumore alla parete anteriore o antero-laterale e alla porzione più mediale della fossa pterigopalatina. Vengono sezionati i 2/3 posteriori del turbinato inferiore con conservazione della sua porzione anteriore. È così mantenuta l’integrità della valvola di Hassner e del dotto lacrimale.

Maxillectomia mediale di Tipo 2 o “Sturmann Canfield”
Per neoplasie che coinvolgono la parete anteriore del seno mascellare, la porzione laterale della fossa pterigopalatina e la fossa infratemporale, viene eseguita una “maxillectomia estesa”, denominata anche “Tipo 2”. L’incisione del mucoperiostio dalla linea del mascellare viene proseguita al davanti della testa del turbinato inferiore che viene sacrificato. La branca montante dell’osso mascellare viene abbattuta con fresa fino ad esporre la sua parete anteriore, si seziona il dotto naso-lacrimale, si asporta tutta la parete mediale ottenendo così l’esposizione della parete anteriore, laterale e posteriore del seno mascellare. Dopo aver individuato l’arteria sfenopalatina, si procede ad una sfenotomia con esposizione della parete laterale del seno sfenoidale che servirà, insieme al processo pterigoideo mediale, come punto di repere per l’individuazione del nervo vidiano. La settostomia posteriore, creando un accesso bilaterale, favorisce una più agevole introduzione degli strumenti e permette, anche al secondo operatore (chirurgia a “quattro mani”), la mobilizzazione endonasale del tumore, l’aspirazione del campo operatorio e la progressiva trazione della lesione.
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LE ATTIVITA’ NEL DETTAGLIO
Altri interventi chirurgici e patologie trattate
Ipoacusia-Sordità
L’ipoacusia o sordità è la perdita dell’udito, che può essere di gravità variabile. L’ipoacusia è solitamente causata da un danno a carico di una o più strutture dell’orecchio. Può essere monolaterale o bilaterale. È definita trasmissiva, neurosensoriale o mista in base alla sede anatomica dove è localizzato il danno.
Le patologie differiscono molto a seconda che il paziente sia pediatrico o adulto o geriatrico.
Exeresi di neoformazioni tumorali del cavo orale
Le neoplasie del cavo orale possono essere approcciate in diversa maniera a seconda dell’estensione della malattia. Si possono pertanto distinguere:
– Exeresi di margini linguali
– Emiglossectomie
– Glossopelvectomie compartimentali
– Glossopelvectomia subtotale
– Exeresi della guancia
– Maxillectomia inferiore
Colesteatoma
Il colesteatoma è un tipo di otite cronica caratterizzata dalla presenza di tessuto epiteliale anomalo che occupa la cassa del timpano. Questo materiale può determinare, nel tempo, lesioni espansive e fenomeni erosivi a carico delle strutture timpaniche, andando ad alterare l’anatomia dell’orecchio medio. Il colesteatoma, in base all’epoca di insorgenza, viene definito:
– Colesteatoma congenito
E’ tipico dell’età pediatrica, deriva da difetti che avvengono nello sviluppo delle strutture dell’orecchio durante la vita fetale. Si manifesta con una massa biancastra visibile per trasparenza dietro ad una membrana timpanica integra, in pazienti senza una storia di infiammazioni dell’orecchio, traumi e/o otochirurgia precedente;
– Colesteatoma acquisito
È distinto in primitivo e secondario.
Il colesteatoma acquisito primario dell’attico secondo alcune teorie deriva da una disventilazione selettiva a livello della regione atticale con seguente depressione di questa area anatomica che provoca una retrazione della pars flaccida (porzione apicale del timpano) all’interno dell’epitimpano sempre più profonda sino a determinare il processo flogistico erosivo cronico alla base della malattia colesteatomatosa. Il colesteatoma acquisito secondario deriva invece da un’otite cronica perforata con invaginazione della pelle del condotto uditivo esterno all’interno della cassa timpanica che determina una successiva proliferazione di detriti epidermici e di flogosi cronica.
Approccio via fossa cranica media
E’ una tecnica chirurgica microscopica assistita che permette di accedere all’apice petroso e al meato acustico interno attraverso una dissezione sopralabirintica. Nella chirurgia del neurinoma del nervo acustico, questo approccio permette di risparmiare l’udito residuo ma ha lo svantaggio di gestire con più difficoltà il nervo facciale.